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      Prepara un fazzoletto per imbavagliarlo.
      — Sono pronto, — rispose Yanez, — ma ti dico che tu commetti una imprudenza.
      — L'uomo non potrà opporre molta resistenza.
      — E se manda un grido?
      — Non ne avrà il tempo. Eccolo!
      Il soldato aveva già oltrepassato il macchione senza essersi accorto di nulla.
      Yanez e Sandokan di comune accordo gli piombarono alle spalle con un solo slancio.
      Mentre la Tigre lo afferrava pel collo, il portoghese gli gettava il bavaglio alla bocca. Quantunque quell'attacco fosse stato fulmineo, il giovanotto ebbe ancora il tempo di mandare un urlo acuto.
      — Presto, Yanez — disse Sandokan.
      Il portoghese prese fra le braccia il prigioniero e lo trasportò rapidamente nella stufa.
      Sandokan dopo pochi istanti lo raggiunse. Era assai inquieto perché non aveva avuto il tempo di raccogliere la carabina del prigioniero avendo scorto due soldati slanciarsi verso il viale.
      — Siamo minacciati, Yanez — disse, cacciandosi frettolosamente nella stufa.
      — Si sono accorti che abbiamo rapito il soldato? — chiese Yanez impallidendo.
      — Devono aver udito il grido.
      — Allora siamo perduti.
      — Non ancora. Però se vedranno a terra la carabina del loro camerata verranno di certo qui a cercare.
      — Non perdiamo tempo, fratellino mio. Usciamo di qui e corriamo verso la cinta.
      — Ci fucileranno prima d'aver percorso cinquanta passi. Restiamo qui nella stufa e aspettiamo con calma gli avvenimenti. D'altronde siamo armati e decisi a tutto.
      — Mi pare che vengano.
      — Non spaventarti, Yanez.
      Il portoghese non si era ingannato.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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