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      — Sono pronto.
      In quell'istante si vide la scimmia gigante a precipitarsi in mezzo ad una fitta macchia, mandando un ululato spaventevole.
      I rami e le foglie, strappate di colpo dalle possenti mani del bestione, caddero lasciando vedere un uomo.
      Si udì un urlo di spavento seguito subito da due colpi di fucile. Sandokan e Yanez avevano fatto fuoco.
      Il quadrumane, colpito in pieno dorso, si volse ululando e vedendo i due pirati, senza più occuparsi dell'incauto che gli si era avvicinato, con un salto immenso, balzò nel fiume.
      Sandokan aveva abbandonato il fucile e impugnato il kriss, risoluto ad impegnare una lotta corpo a corpo. Yanez invece, balzato sul ramo, cercava di ricaricare precipitosamente l'arma.
      L'urang-outan, quantunque nuovamente ferito, s'era scagliato addosso a Sandokan. Già stava per allungare le villose zampe, quando si udì, sulla riva opposta un grido:
      — Il capitano.
      Poi uno sparo rintronò.
      L'urang-outan si era arrestato portandosi le mani al capo. Rimase un istante ritto, dardeggiando su Sandokan un ultimo sguardo ripieno di rabbia feroce, poi stramazzò in acqua, sollevando un gigantesco spruzzo.
      Nel medesimo istante l'uomo, che per poco non era caduto nelle mani dello scimmione, s'era pure slanciato nel fiumicello gridando:
      — Il capitano!... Il signor Yanez!... Son ben lieto di aver cacciata una palla nel cranio di quel maias.
      Yanez e Sandokan erano balzati rapidamente sul ramo.
      — Paranoa!... — esclamò, allegramente.
      — In persona, mio capitano — rispose il malese.
      — Che fai in questa foresta?


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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