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      — chiese Sandokan.
      — Vi cercavo, capitano.
      — E come sapevi tu che noi ci trovavamo qui?
      — Girando sui margini di questa selva avevo scorto degli inglesi ronzare accompagnati da parecchi cani e mi ero immaginato che cercassero voi.
      — E hai osato cacciarti solo qui dentro? — chiese Yanez.
      — Delle belve non ho paura.
      — Però per poco l'urang-outan ti faceva a pezzi.
      — Non mi aveva ancora preso, signor Yanez, e come avete veduto, gli ho piantata una palla nella sua testaccia.
      — Ed i prahos sono giunti tutti? — chiese Sandokan.
      — Quando sono partito per mettermi in cerca di voi, nessun altro legno era giunto oltre il mio.
      — Nessun altro? — esclamò Sandokan, con ansietà
      — No, mio capitano.
      — Quando hai lasciato la foce del fiumicello?
      — Ieri mattina.
      — Che agli altri legni sia accaduta qualche disgrazia? — si chiese Yanez, guardando Sandokan con angoscia.
      — Forse la tempesta li avrà trasportati molto al nord — rispose la Tigre.
      — Può essere avvenuto questo, mio capitano — disse Paranoa. — Il vento del sud soffiava tremendamente e non era possibile resistergli in modo alcuno.
      «Io ho avuto la fortuna di cacciarmi entro una piccola baia, bene riparata però, situata a sessanta miglia da qui, perciò ho potuto ridiscendere presto e trovarmi prima di tutti all'appuntamento.
      «D'altronde, come vi dissi, sono sbarcato ieri mattina ed in questo frattempo anche gli altri legni potrebbero essere giunti.»
      — Tuttavia sono molto inquieto, Paranoa — disse Sandokan. — Vorrei già essere alla foce del fiumicello per levarmi queste inquietudini.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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