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      — Dove mi conduci? — chiese Sandokan, che non capiva nulla.
      — Aspetta un po', fratellino mio. Dimmi, innanzi a tutto, quanto può distare dal mare la villa di lord Guillonk?
      — Circa due miglia in linea retta.
      — Allora abbiamo uomini più che sufficienti.
      — Per cosa fare?
      — Un po' di pazienza, Sandokan.
      Si orientò con la bussola che aveva presa a bordo del praho e si cacciò sotto i grandi alberi marciando rapidamente.
      Percorsi quattrocento metri, si fermò presso un colossale albero della canfora che si rizzava in mezzo ad un fitto gruppo di cespugli e, volgendosi ad uno dei marinai gli disse:
      — Tu pianterai qui il tuo domicilio e non lo lascerai, per nessun motivo, senza nostro ordine.
      «Il fiume non dista che quattrocento metri, quindi puoi comunicare facilmente col praho; a egual distanza, verso l'est, vi sarà uno dei tuoi camerati. «Qualunque ordine ti venga trasmesso dal praho lo comunicherai al tuo compagno più prossimo. Mi hai compreso?»
      — Sì, signor Yanez.
      — Continuiamo adunque.
      Mentre il malese si preparava una piccola tettoia alla base del grand'albero, il drappello si rimetteva in marcia, lasciando un altro uomo alla distanza indicata.
      — Comprendi ora? — chiese Yanez a Sandokan.
      — Sì, — rispose questi, — e ammiro la tua furberia. Con queste sentinelle scaglionate nella foresta noi potremo in pochi minuti comunicare col praho anche dai dintorni della villa di lord James.
      — Sì, Sandokan, ed avvertire Ikaut di armare prontamente il praho per prendere subito il mare o di mandarci dei soccorsi.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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