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      I primi, ridotti a un pugno d'uomini, ma fortemente trincerati dietro i cavalli che erano tutti caduti, si difendevano animosamente aiutati dagli indigeni, che menavano ciecamente le mani, confondendo le loro grida selvagge con quelle tremende dei tigrotti. Colpivano di punta e di taglio, facevano roteare i fucili servendosene come fossero mazze, retrocedevano e avanzavano, ma tenevano saldo.
      Sandokan, colla scimitarra in pugno, tentava, ma invano, di sfondare quella. muraglia umana per portare aiuto al portoghese che si affannava a respingere i turbinosi attacchi del lupo di mare. Ruggiva come una belva, fendeva teste e squarciava petti, s'avventava pazzamente fra le punte delle baionette, trascinando seco la terribile sua banda che agitava le scuri insanguinate e le pesanti sciabole d'abbordaggio.
      La resistenza degli inglesi non doveva durare però molto. La Tigre trascinando un'altra volta i suoi uomini all'assalto, riuscì finalmente a respingere i difensori che si ripiegarono confusamente gli uni addosso agli altri.
      — Tieni saldo, Yanez! — tuonò Sandokan tempestando colla scimitarra il nemico che tentava di chiudergli il passo. — Tieni saldo che sto per giungere.
      Ma proprio in quel momento la sciabola del portoghese si spezzava a metà. Egli si trovò disarmato con la fanciulla ancora svenuta e il lord dinanzi.
      — Aiuto, Sandokan! — gridò.
      Il lord gli si precipitò addosso gettando un urlo di trionfo, ma Yanez non si smarrì. Si trasse rapidamente da un lato evitando la sciabola, poi urtò col capo il lord atterrandolo.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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