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      Già con alcune bordate si erano portati molto al largo, quando videro i fanali virare nuovamente di bordo. Un momento dopo si udì Yanez a gridare:
      — Ohe! Non vedete che ci danno la caccia?
      — Ah! Canaglie! — urlò Sandokan, con accento intraducibile. — Anche sul mare venite ad assalirmi! Avremo ferro e piombo per tutti!
      — Siamo perduti, è vero, Sandokan? — disse Marianna stringendosi al pirata.
      — Non ancora, fanciulla — rispose la Tigre. — Presto, torna nella tua cabina. Fra pochi minuti le palle grandineranno sul ponte del mio praho.
      — Voglio rimanere al tuo fianco, mio valoroso. Se tu muori, cadrò anch'io presso di te.
      — No, Marianna. Se io ti vedessi vicina a me, mi mancherebbe l'audacia e temerei troppo. Bisogna che io sia libero per tornare la Tigre della Malesia.
      — Aspetta almeno che quelle navi siano qui. Forse non ci hanno ancora veduti.
      — Muovono su di noi a tutto vapore, mia diletta. Io le scorgo di già.
      — Sono legni poderosi?
      — Una corvetta ed una cannoniera.
      — Non potrai vincerle.
      — Siamo tutti valorosi e monteremo all'assalto della più grossa. Orsù, torna nella tua cabina.
      — Ho paura, Sandokan! — esclamò la giovanetta singhiozzando.
      — Non temere. Le tigri di Mompracem lotteranno con coraggio disperato.
      In quell'istante un colpo di cannone echeggiò al largo. Una palla passò, con un ronfo rauco al disopra del praho attraversando due vele.
      — Odi? — chiese Sandokan. — Essi ci hanno scoperti e si preparano a darci battaglia. Guardali! Muovono contemporaneamente tutti e due su di noi per speronarci!


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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