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L'incrociatore era ancorato proprio nel mezzo. Sul picco della randa sventolava la bandiera inglese e sulla cima della maestra il gran nastro dei legni da guerra. Sul ponte si vedevano passeggiare parecchi uomini. I pirati, nel vederselo a portata dei cannoni, si precipitarono come un solo uomo sulle artiglierie, ma Sandokan con un gesto li arrestò.
 — Non ancora — disse. — Yanez!...
 Il portoghese saliva allora camuffato da ufficiale del sultano di Varauni con una casacca verde, larghi calzoni e un grande turbante in capo. In mano teneva una lettera.
 — Cos'hai in quella carta? — chiese Sandokan.
 — È la lettera che consegnerò a lady Marianna.
 — E cos'hai scritto?
 — Che noi siamo pronti e che non si tradisca.
 — Ma bisognerà che gliela consegni tu, se vuoi barricarti assieme a lei nella cabina.
 — Non la cederò a nessuno, sta' certo fratellino mio.
 — E se il comandante ti accompagnasse dalla lady7.
 — Se vedo che la faccenda s'imbroglia, lo uccido — rispose Yanez freddamente.
 — Giuochi una brutta carta, Yanez.
 — La pelle vuoi dire, ma spero di conservarla ancora intatta. Orsù, nasconditi e lasciami il comando dei legni per pochi minuti e voi tigrotti, componete un po' cristianamente i vostri musi e ricordatevi che siamo fedelissimi sudditi di quella gran canaglia che si fa chiamare il sultano di Borneo.
 Strinse la mano a Sandokan, si accomodò il turbante e gridò:
 — Alla baia!...
 Il legno entrò arditamente nel piccolo seno e si avvicinò all'incrociatore seguito a breve distanza dagli altri due.
 — Chi vive?
 
        
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