Pagina (45/161)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se voi in somma, o Padri Coscritti, con lieve danno errare poteste, io soffrirei di buon grado che a vostre spese imparaste, poichè gli altrui detti in non cale tenete. Ma, noi siamo ormai circondati: ci sta col suo esercito Catilina alle fauci; altri nel seno della città al par di lui ci minacciano; nè provvedere noi, nè preparar cosa alcuna occultamente potendo, tanto più affrettarci dobbiamo. Dico perciò: Che pel nefando disegno di questi empj cittadini, correndo la repubblica un manifesto e grave pericolo; che essendo essi, da Volturcio a dagli Allobrogi, accusati e convinti d'aver macchinato strage, incendj, crudele ed infame eccidio de' cittadini e della patria; costoro, come evidentemente convinti rei di capitale delitto, secondo l'uso antico punire si debban di morte."
     
     
      LIII.
     
      Sedutosi Catone, i Consolari tutti, e i più dei Senatori, il di lui parere e l'alto valor commendando l'un l'altro si tacciano di codardia; Catone solo, come chiaro e fort'uomo innalzano a cielo: il Senato in somma decreta ciò che opinato aveva Catone. Più volte, leggendo io e ascoltando le chiare imprese de' Romani interne ed esterne, per mare e per terra condotte; di una tanta grandezza mi piacque indagar le cagioni. Sapeva ben io, essere spesso state da pochissimi Romani sconfitte le intere legioni nemiche: note mi eran le guerre, con picciole forze contro a potenti Re maneggiate; e anche più volte l'avversa fortuna dai nostri provata; e superati noi, nella eloquenza, dai Greci; nella militar gloria, dai Galli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





Padri Coscritti Catilina Volturcio Allobrogi Catone Consolari Senatori Catone Senato Catone Romani Romani Greci Galli