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      Ma nell'apposto campo, Cajo Antonio non potendo per la podagra combattere in persona, commetteva l'esercito a Marco Petrejo, Legato. Questi dispose nella fronte le coorti veterane scritte per la guerra civile; il rimanente, dietro esse a fine di spalleggiarle. Antonio poi a cavallo per ogni fila scorrendo, ciascheduno chiamava per nome, incoraggiva, esortava: Non obliassero, ch'essi, contro una vile ed imbelle genķa, per la patria, pe' figli, peģ Lari, pugnavano. Era costui veramente soldato; e da pił di trent'anni con sommo suo lustro avea nell'esercito militato, a vicenda Tribuno, Prefetto, Legato, e Pretore; conoscendo egli quasi ciascun soldato; sapendone le pił forti imprese, e lor rammentandole, i guerrieri animi a prova infiammava.
     
     
      LX.
     
      Petrejo quindi, esplorata ogni cosa, fa dar nelle trombe, e passo passo inoltrar le coorti. Lo stesso fanno i nemici. Giunti a tiro di potersi i fanti leggieri azzuffare, con altissime grida spingendo innanzi le insegne, l'un l'altro si avventano: e gittate le lance, ne vengono ai brandi. I veterani, memori dell'antica virtł, stringono fortemente dappresso i ribelli; questi audacemente resistono; inferocisce orribilmente la pugna. Era Catilina a vedersi; coi pił spediti fanti in prima fila aggirarsi, i vacillanti soccorrere, ai feriti supplire coi sani, a tutto badare, combattere egli stesso e far strage; prode soldato ad un tempo, e gran capitano. Petrejo, vedendosi da Catilina, come gią si aspettava, disperatamente investito, spinge fra le di lui squadre una coorte pretoriana, che rotti i loro ordini, quelli che qua e la resistevano, uccide: quindi egli per ogni fianco tutti gli assale.


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C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





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