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      Sostegni dell'impero non sono gli eserciti, non i tesori, ma gli amici bensì: nè questi con l'armi a forza si acquistano, nè coll'oro si comprano; ma co' servigj e colla fede procacciansi. Ora, qual havvi amistade maggiore, che di fratello a fratello? E qual troveresti fedele fra gli esteri, inimicando tu i tuoi? Io lascio a voi stabile regno, se uniti; ma, se disgiunti vivrete, cadente. I piccoli imperi, per la concordia si accrescono; per la discordia, rovinano i massimi. A te, Giugurta, di età e di senno maggior de' fratelli, a te più che a loro si aspetta il provvedere ai disastri e ovviarli: che in ogni contesa il più potente, abbench'ei sia l'assalito, par nondimeno egli sempre l'assalitore. Ma voi, Aderbale e Jemsale, onorate e rispettate un tant'uomo: emuli della di lui virtù, con generosi sforzi provate ambo voi, che non era io più avventurato nell'adottare, che nel procreare figliuoli."
     
     
      XI.
     
      Alle parole del Re, benchè doppie, simulatamente pure ma debitamente rispondeva Giugurta. Quindi a non molti giorni Micipsa cessava. Fattegli con regia magnificenza le esequie, per ordinare i loro comuni interessi, i tre principi si radunano. Jemsale, benchè il minore, feroce pur di natura, l'oscurità de' materni natali sprezzando in Giugurta, alla destra d'Aderbale in seggio si colloca; affinchè Giugurta non potesse sedersi nel mezzo, luogo d'onore presso i Numidi. Dalle istanze poi del fratello tediato, più che persuaso di dover cedere come d'anni minore, ad altro seggio a gran pena trasferire lasciavasi Jemsale.


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C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





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