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      Apprestarsi essi a combattere quei nemici medesimi gią debellati poc'anzi, e sotto il giogo mandati: cangiato a quelli il capitano, e non l'animo. Aver egli, in quanto a duce si aspetta, a tutto provvisto; procacciata loro la superioritą del luogo; dispostili da potersi azzuffare, preparati essi con isprovveduti, molti con pochi, agguerriti contro inesperti. Pronti dunque ed intenti al cenno primiero, si avventino addosso ai Romani: sarebbe quel giorno, o d'ogni fatica l'estremo e la conferma d'ogni vittoria, o di terribili sventure il principio." Divisatamente poscia a ciascuno, che gią per militari imprese distinto si fosse, rammentava egli i guadagnati premj ed onori; e questi agli altri come esempj additava: secondo la diversa lor indole, qual con promesse, qual con minacce, qual con preghiere, quale altrimenti, tutti alla pugna infiammavali. Ecco frattanto Metello, che ignaro dell'aguato nemico, dal monte coll'esercito scende. Posavano gli appostati Numidi, fanti, e cavalli, in mezzo ai virgulti, dalla cui picciolezza non abbastanza nascosti, male da lontano appariva quel ch'essi si fossero: avendo alla natura del luogo aggiunto i Numidi l'inganno di celar le bandiere del tutto. Metello, dubbioso da prima su quell'ignoto spettacolo, conosciuto ben tosto l'aguato, fece alto. Quivi, cangiato l'ordine della battaglia, la destra come pił vicina ai nemici munisce di triplicati rinforzi; frombolatori ed arcieri alle centurie frammette, collocando su l'ale i cavalli. Quindi, secondo l'opportunitą, brevemente esortati i soldati, l'esercito fronteggiante dal fianco nel piano fa scendere.


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C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





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