Pagina (123/161)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
      LXXVII.
     
      Entrava Metello in Tala espugnata, quando oratori di Lepti sopraggiunsero, supplicandolo di mandar quivi presidio e governatore, per tener a freno un Amilcare, uomo nobile, prepotente, amante di novità; contro al quale nè autorità di magistrati nè leggi valevano: e che, se non era pronto il soccorso, pericolavano i Romani non meno che gli alleati. I Leptitani, dal principiare già della guerra, offerti ai Romani si erano per amici e alleati: ottenuto poi l'uno e l'altro, rimasti ognora fedelissimi ed obbedienti in tutto a Calpurnio, ad Albino, e a Metello, da lui facilmente impetravano quel ch'ora chiedevangli. Quattro coorti di Liguri, condotte da Cajo Annio, si spediscono in Lepti.
     
     
      LXXVIII.
     
      Questa città, fabbricata già da Sidonj fuorusciti per guerre civili, e quivi per mare approdati, posta è fra due Sirti; il cui nome dimostra la natura di esse. Trovansi, quasi nell'estremo dell'Affrica due golfi d'inegual vastità, ma di uniforme natura; profondissimi al lido; più oltre, secondo le burrasche, ora a vicenda guadosi, ora no; perchè dalla furia de' venti il mare ingrossando, i flutti vi portano seco e limo ed arena e grossissimi sassi; onde l'aspetto del luogo ad ogni cangiar di vento si cangia. I Leptitani, nel frammischiarsi ai Numidi, avevano corrotto assai più il linguaggio che non i costumi le leggi ed il vestir de' Sidonj: cose tutte, che più facilmente serbavan essi diverse, per essere dalla sede dell'imperio lontani, e disgiunti dal grosso della Numidia per mezzo di ampj deserti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





Metello Tala Lepti Amilcare Romani Leptitani Romani Calpurnio Albino Metello Liguri Cajo Annio Lepti Sidonj Sirti Affrica Leptitani Numidi Sidonj Numidia