Pagina (130/161)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Me scelto avete per combatter Giugurta: scelta odiosissima ai nobili. Di grazia, fra voi ponderate, se meglio non sarebbe il cangiar di bel nuovo; se da quell'illustre ceto non vi riuscirebbe più facile il trarre un qualche magnate di antica prosapia, d'imagini molte, di esperienza nessuna; e a lui questa impresa od altra affidare; affinchè in così grave affare, ignaro costui d'ogni cosa, in se mal fidando, e peggio affrettandosi, costretto finalmente si vegga a trascegliere un plebeo, che la splendida sua insufficienza governi. Che ciò spesso accade: tale da voi prescelto al comando, un altro che a lui comandi provvedesi. Di molti so io, che, Consoli eletti, cominciavano a leggere allora le antiche imprese militari, ed i Greci precetti: uomini veramente tardivi; non vedono, che imparare fa d'uopo prima d'ottener dignitadi; ed operare, ottenutele. Alla costoro superbia paragonate ora, o Romani, la ignobilità mia: quanto essi udire o leggere sogliono, io il vidi in gran parte, o l'oprai: capitani si facean essi nelle scuole; ed io, fra l'armi nel campo. I loro detti e i miei fatti, librateli voi stessi oramai. L'oscurità della mia stirpe dispregiano; io, la inutilità della loro: si rinfaccia a me la fortuna; le turpitudini, ad essi. Una sola, ed uguale, io la natura degli uomini reputo; e nobilissimo ogni prodissimo. Se a i genitori di Calpurnio e d'Albino potesse offerirsi la scelta, o d'esser padri di quelli, o di Mario; credete voi, ch'altro risponderebbero essi, se non di voler per loro prole i più egregj?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





Giugurta Consoli Greci Romani Calpurnio Albino Mario