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      Fecesi subito notare, come giovanetto di grandi speranze, dai migliori letterati del suo tempo, che gli mandavano lettere di incoraggiamento e lo colmavano di lodi(14). Dalle quali prese animo, e cominciò a soli 14 anni a raccogliere i materiali per la storia che fino d’allora si era proposto di scrivere.
      Intanto nel 1479, eletto Capitano a Padova, lo zio Francesco, colse l’occasione per presentargli un volume di poesie amorosamente raccolte.
      In quello stesso anno ritornò colla madre a Sanguinetto, per mettersi al sicuro dalla peste che allora infieriva a Venezia, ma vi rimase pochi mesi, perché disastri famigliari lo richiamarono a casa.
      E di fatto, Leonardo Sanuto, padre suo, avea lasciato, morendo nel 1476, la vedova con tre figli, insieme ad altri e parecchi figli avuti dal precedente matrimonio con Celestina Contarini(15). Alla tutela dei minorenni ed in assistenza della vedova era stato chiamato Alvise Sanuto il maggiore dei fratelli, il quale, sia per provvedere a così numerosa figliuolanza, sia per dare la dote alla sorella o per assicurare le ragioni dotali della vedova, sia per trascurata gestione, ridusse in quattro anni la sostanza paterna a mal partito; ne abbandonò quindi l’amministrazione e se ne partì per la Siria. In questa dolorosa circostanza il giovane Marino ricorse allo zio Francesco con una lettera che per il sentimento e lo stile è superiore alla sua età:
     
      «Magnifico viro Francisco Sanuto Marinus Sanutus salutem.
      Cum primum Venetias applicui, Magnifice vir, Mariae nuptias non oportune factas intellexi: que nobis insciis et absque cognitione nostra facte fuere dotate bonis meis ut alij fortasse suspicantur, quod mihi molestum fuit: preterea Ludovici discessum cognovi, qui cum omnibus bonis meis in Syria profectus est et hoc etiam [16] sine consensu et matris et avunculi mei factus est, qua de re maximo dolore affectus sum: insuper nostrorum quidam negligentia bombices fures surripuere, qui sub tutela et administratione Ludovici erant.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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