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      L’ab. Bettio, bibliotecario della Marciana, cui erano noti soltanto i due primi codici, pubblicò nell’anno 1829(46) il codice 521 Morelli, preferendolo al testo del cod. 159 Farsetti, perché presenta un carattere più originale e più autentico, perché è più completo e perché in esso il Sanuto se ne confessa autore, tanto [26] nella lettera dedicatoria al doge Mocenigo, qui sopra riportata(47), quanto in più luoghi del manoscritto(48).
      Pubblicando quel codice, l’ab. Bettio, ne ridusse l’ortografia e ne corresse alcune maniere di dire un po’ troppo trascurate, ma riconobbe che non poteva essere il testo originale del Sanuto, perché questi confessa nella lettera al senatore Barbaro, che abbiamo più sopra riportata, «di averlo scritto a guisa di diario e in istile quasi vernacolo», mentre ambedue i codici esaminati dal Bettio contengono la descrizione della guerra ferrarese a modo di storia, e in una lingua poco usata dal Sanuto ed in uno stile diverso dal suo(49).
      Ambidue questi manoscritti, confrontati fra loro, dimostrano di essere compilazioni fatte sopra il diario originale perduto ma quello pubblicato dal Bettio, ne mostra più chiaramente la derivazione. In fatto nel codice Marciano 159 a pag. 39 parlandosi di Francesco Sanuto è detto: «questi fu fratello dil clarissimo ser Leonardo Sanuto padre dello scrittore della presente historia» e più avanti «che fu sepolto a S. Zaccaria dove sono le arche della sua casa». Invece nel codice 521 preferito dal Bettio, è detto «fu fratello al mio carissimo genitor» e poi «fu sepolto a S. Zaccaria dove si trova le nostre antique sepulture».


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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