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      Et non senza summa laude di quella vi si puol scrivere alcuna cosa, per li modi tenuti, per le cotidiane fatiche, sapientissimi consegli, frequenti cousultationi, non parcendo alla età septuagenaria, alla complexione nobilissima, alla degnità ducal, ne la qual cercar si doverebbe di conservarsi longamente, ma con ogni diligentia voluto esser a tutti i consegli del Senato, primo a intrare et ultimo a ussire, antivedendo a molte cose per le quale è seguìto la grande gloria a questo Illustrissimo Stato, et ben è nominata Tua Excellentia da quel divo Augusto Cesare, al qual se attribuisse fusse il primo huomo ne’ molti secoli. Adonque la città nostra veneta sempre di Augustino Barbadico sarà memore; conciosia che è intervenuto più ardue et importante materie sotto il Tuo ducato, che sotto niuno altro principe che sia stato, però che ho [36] voluto veder li annali et croniche, et etiam qual cosa col parvulo ingegno mio ho descritto, ch’è la «Vita di Doxi» ab urbe condita fino a Tua Sublimità, la qual con tempo, Domino concedente, si darà fuora. Perché in questo tempo non solamente vi si combateva per la conquista di uno Stato, di uno Dominio, di una Republica, ma, ut ita dicam, tutta Italia vi andava in preda, et si sottoponeva a giente gallice, le qual, secundo l’antiche hystorie, mai hanno potuto longamente dominar in quella, né mantenir alcuno Stato acquistato da loro, ma sempre sono stà scacciate vituperosamente. Perché havendo l’eterno Iddio posto le Alpe per termene, che barbari e tal generatione fusseno divisi dalla italica giente, la qual parte de Italia secondo cosmographi et scriptori de siti è la più bella parte di la terra habitabile et più fructifera, licet pocho vi sia, cussì mai non li ha lassati Iddio molto in questa parte prosperare: cominciando da Brenno, el qual, come scrive Giustino, venuto in Italia fece molte cose et Roma brusò, demum da Camillo romano fu scacciato de Italia; et cussì in varii tempi leggendo le hystorie si trova Galli esser stà sempre scacciati, et simile altre generatione barbare venute più volte per quella subjugare, zoè Hunni, Gothi, Ostrogothi, Longobardi, Ungari et altre giente lontane, che per non tediare Tua Sublime Signoria, qui pretermetterò dover narrarle.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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