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      Dimandato che numero di ballestrieri a cavalo è nel suo campo, rispose n.° 300. Dimandato se hanno altre sorte de cavali lezieri, dize che tra costizieri, che sono in loco de' saccomani ma sono armati, et altri cavali italiani, da 400 in 500, del qual numero ne sono andati, parte in Calabria, parte in Abruzo, et il numero non lo sa. Dimandato che lettere erano quelle il squarzò quando fu preso, rispose era il vero che havia 2 lettere le qual le squazoe, et erano in soa spizilità. Altro disse non saver, la qual examination dicto proveditor mandoe a la Signoria.
     
     
      Altre nuove dil mexe preditto di zugno venute.
     
      In questi zorni, per lettere di 14 april da Syo da Joanne de Tabia consolo nostro, se intese come tutti li corsari turchi usavano in l'Arzipielago erano stati extirpati. Et il sumario di la lettera di dicto consolo, sarà qui posta.
     
      Questi zorni passati, in le aque di Monte Sancto, 3 fuste de' turci, zoè Erichi, Caracassan et Comazoti, hano scontrato una barzeta de' corsari, dicono esser stato Seregola zenoese, la qual, fenzando fuzir [205] da le 3 fuste, fu assaltada, et dicti turchi sono stati sì ben recevuti, che 2 di le fuste restono prese, zoè Caracassan et Cozomiti, et Erichi è scampato con la sua fusta mal menata, e lui ferito da uno vereton, et è capitato a Metelin per repararse. Dapoi, son capitate le 10 fuste de bilarbei, le qual hano preso dito Erichi con la fusta e conduto a ditto bilarbei, che è in la Palatia. E questo havemo per lettere havute eri da Metelino. Se pol dir non esser più corsari turci in Arcipielago che vadi atorno.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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