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      Copia di una lettera di Josepho di Gadio,
      data in Lucha a m.° Zuan Piero fisico suo fratelo.
     
      Le cosse de qui per fiorentini vano male. A Fiorenza è peste, e fame e dissensione fra il populo e gentilhomeni. Fra Hironimo ordinis praedicatorum ha tenuto el populo zà più zorni con parole, digando [238] che ge dirà una buona nuova. Ancora la non è venuta. Tutta quella terra si governa per quel frate. Hano perso un bel stato, ch'è Pisa e altri castelli. La conditione lhoro è simile quando uno papa more, che chi piglia de la sua roba ne ha. E cussì è di costoro, che chi ne vole ne tole. Non è mai setimana non si faza coraria sopra di lhoro, con assai preda. Se sono rimasti più di 300 stratioti per i suo' desordini, e l'è più che le zente de Milan (che) non sono fervente a nuozerge e non se intendeno con le nostre insieme. Dil re di Franza, è andato in fumo la venuta sua; primo perché el non ha danari e voleva che fiorentini ge prestasse ducati 400 milia, e altri soi confederati de Italia, e i danari non zè; secundo, che 'l se ha scoperto uno tratado in Bergogna, che, se 'l veniva in Italia, se ge rebelava una grande provintia; tertio, la rezina e suo' baroni per niente consentino a tal impresa, e questo si ha per certo e fermo. De Maximiano doveti meglio intender la venuta sua. La venuta nostra non so quando serà; ma bono saria a sostegnir le biave nostre, perché st'ano valerano danari, ché da Lombardia in qua è gran carestia, a Roma e in reame e in Toschana. Valete, ex Lucha, die X Julii M° CCCCLXXXXVI.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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