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      A dì 9, la matina se levassemo da Safra; navigando tutto el dì venissimo a Passeta pur in Calabria. Quelli di la terra non si volse render, perché il Caraffa fense con la sua galia voller tuor aqua, et hessendo spiaza, andassemo di longo. Venimo a dì 10 a un scojo a capo di colfo di Salerno chiamato Chrape, mia 30 da Napoli, dove la note sorzessemo qui. A dì 11, ancor fusse vento e mar assai, se levassemo con il terzaruol basso basso, e venissemo qui in porto. Resta 3 galie; una lassà incontra dil cardinal d'Aragona, e 2 mandade a levar nostri homeni lassadi per le terre. Doman tutte sarano qui. Questa terra è meza diserta. Qui non è la rezina ni vechia ni zovene. Don Federico è in castello Capuano. Messier me mandò per visitarlo et per dar ordine ad andar a Gaeta, e che, tolto el biscoto e fornida l'armada, l'anderia di longo. Esso don Federico laudò messier; desiderava vederlo, e lo pregava si spazasse presto e andasse a Gaeta per favorir quelle cosse; et che 'l re lo havia mandà per questo effecto, et per far imbarchar francesi in nave che erano a Castelamar.
     
      [279] Ozi, a dì 14 hore 16, vene qui Zuan Caraffa, el vice re et il conte di Matalone con molte cavalchadure vuode per levar messier e li soracomiti, per esser mia 2 fino a Capuana, e con gran ordine andamo, e con gran comitiva a piè et a cavalo. Il principe era in capo di la scala. A la porta vene 10 scalini zoso, et abrazò missier et lo volleva metterlo di sora, et menolo in uno camerin secreto ornato di panni di seta, dove eramo nui tre solli, e sentò su do cariege coperte di veludo cremexin, e à presentado la lettera di credenza.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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