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      Tutti è rimasti satisfati. Fo trato 500 colpi per alegreza. El pizuol di don Federico è tutto soazado e dorado a quadri, con uno tornoleto vergado, una verga d'oro e l'altra di veludo cremexin, con uno covertor d'oro et cusini, uno studio tutto dorado con do fenestrele in colomba de la galia, zoè verso le canchare con i soi veri. Portano uno fanò brutissimo. Tuta la sua zurma vestita di rosso fino le barete. Porte a prova una bombarda, pesa la piera mejo di lire 120. Tuta la zurma è incatenata. Il vestir suo uno sajo damaschin negro fodrà di pelesina negra, di sopra una vesta di veludo negro fodrà di pelesina negra, una bareta di ruosa secha in cao con le piete a torno fodrà di veluto nero, con una anconeta di Nostra Dona per banda. Questo fo a dì 21, et a dì 22, che fo il zorno seguente, cavalchono con assai brigata per far soi desegni, e per piantar l'artelaria. Francesi montono sui repari e trazevano archibusi et schiopeti, ma non podeva nuoser per esser il castello lontano. El qual trazevano bombarde a le sue galie, ma non zonzeva. Si aspetta le artilarie per meter fin a questa impresa. Qui è cativo aere; gran carestia di pan e non se ne chata; li soldati per forza vano a tuorlo ai forni quasi crudo. Si comenza a dar mesiado i frixopi a le zurme. Havemo solum pan per 20 zorni. L'è tre zorni che semo sorti con do ancore et uno fero per il grosso mar et rabia di vento che ne investe. In questa spiaza dubito di naufragio etc.
     
      Letera dil 29 ditto, dal dito, recevuta in questa terra a dì 6 octubrio.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





Federico Nostra Dona