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      Or la majestà dil re preditto, dolendosi di la partita dil Foscari, prima laudandolo summamente lo fece cavalier, et donoli [397] braza 15 di panno d'oro per farsi una vesta. Et detteli una lettera che portasse a la Signoria come la sua legatione erali stata più che accepta. Et cussì se ne vene dicto ambasador nostro di Pavia in qua per Po, et il re andò di longo in Elemagna, passato quel monte crudelissimo chiamato Nombrai ch'è 8 mia di asesa et 8 di desesa; et dove sua majestà andoe legendo più oltre l'intenderete.
     
      Ma venitiani, intendendo dicto re voller tornar in Alemagna, erano in qualche fastidio, et maxime al presente che pur si motizava la venuta de' francesi. Et per volerlo tegnir in Italia, fu fato ogni cossa. Et frequente li padri de pregadi se reducevano et con li ambasadori di la liga uniti consultavano, et tandem fu decreto nel consejo di pregadi di scriver si la majestà sua volleva restar de qui fino al tempo nuovo, erano nostri contenti di darli fiorini 20 milia, pro mensi, et cussì li daria el ducha de Milano. Ma esso re non volse per niente restar, dicendo volleva ritornar in Alemagna prima, et esser a una dieta dove si doveva ritrovar suo fiol archiducha di Bergogna et li electori de l'imperio, perché a Lindò nulla havea fatto sin questo zorno. Quello seguite scriverò poi. Et il cardinal Santa Croce legato dil papa, stato questo tempo a Milan et inteso il voler di la Signoria che era che esso re restasse in Italia, li andò driedo di là da Como, et con sua majestà fu a parlamento, pregando el dovesse restar.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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