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      Et per esser forte et fornito, non si volseno render, unde nostri ritornono al Castelazo.
     
      Lettera de Vicenzo Valier de 29. Come havendo, a dì 18, inimici usato la crudeltà a castel Bergamasco et parte brusato in quella note, a dì 19 andono a campo a Maxi, come he scripto per altre lettere, e [520] lì steteno quel zorno e la nocte, e li dete la bataglia; ma lhoro si difeseno, et inteso questo, il conte di Petigliano col signor Galeazo, Nicolò Foscarini proveditor, esso pagador et altri condutieri, con molti cavali lizieri e homeni d'arme a la liziera, cavalchono per fornir dicto castello de più gente, perché si podeva intrar, perché il campo nimico era di là dal fiume, e il castello è di qua dal Tanaro, e si è uno porto da passar el ditto fiume el qual etiam va per Alexandria. Et francesi haveano comenzà a passar; ma nostri li deteno adosso facendoli ritornar adrieto. Et travajandose di parole, e l'una parte e l'altra salutandosi de veretoni e schiopeti, fo ferido uno ballestrier di nostri, zoè di quelli dil ducha, da uno schiopeto, si dubitava di morte. Et in quella notte, dicto conte fece andar homeni d'arme 100 nel dicto loco di Maxi, et molti provisionati, per dubito che la note non desseno la bataglia, e fé restar de lì el conte Alvixe Avogaro e Alexandro Cojom condutieri fedelissimi nostri, et esso conte si alozò per quella nocte a uno altro casteleto verso Alexandria, mia 4 lontano di Maxi. A dì 20 da matina, a bona hora, si levò el campo nimico molto serado e ben in hordine, e teneno la via verso Aste.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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