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      Et che in quella sera si havia inteso come nostri havea abuto la terra de Novi, manchava la rocha, zoè con questi patti che, se in termine di tre zorni non sarano soccorsi, erano contenti rendersi. Et cussì si rese al tempo e la terra et la rocha, et che i nemici havea ozimai perso il credito et la reputatione.
     
      [1497 03 15]A dì 15 marzo, vene in questa terra el signor Pandolfo Malatesta di Rimano, fo fiol dil magnifico Ruberto olim capitano zeneral nostro invictissimo, di età de anni 24, con uno suo fradelo picolo chiamato Carlo, et la madre madona Isabella sorella dil conte Zuam Aldrovandin da Ravena condutier nostro, la qual dona è bellissima, vestita di negro con bernie etc. Et li fo mandato li piati contra per la Signoria, et alcuni zenthilomeni. Alozò in cha Lando a San Zane nuovo. Havia con lhoro persone 50, et fo decreto di farli le spexe, zoè darli ducati 10 al zorno. Et a dì 16 ditto, essa signora madre, in mezo con li figlioli, vene a l'audientia in collegio, et sentata apresso il principe a man destra, et il signor con il fratello a man zancha, essa dona disse alcune parole al principe, recomandando il stato di suo fiol a la serenissima Signoria; ringratiò di la ferma rinovata de cavali 400 datoli; chome havia, oferite il lhoro stato sempre a' comandi, et similia. Et per el principe li fo usato dolze et acomodate parole, et come reputava quel stato chome se fusse proprio nostro, et lo havia per ricomandato. Demum, perché el signor non parlava per esser giovene, uno de' soi conseglieri usoe alcune parole in ringratiar esso illustrissimo principe, et poi si partino et fo mandato zenthilomeni a mostrarli la terra.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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