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      E così seguitando, arrivoron dove era sua majestà, e quando foron lontano l'un de l'altro una meza ballestrata, vene fora lo ducha d'Albucherche e lo ducha de Villaformosa per basar la man a la ditta signora princessa, la qual, con gran dificultà ge la dete con molta graciosità. E di poi andoron li infanti de Navara e de Granada a basarli la man, a li qual non la volia dar. Tanto fezero, che si lassò basar, e dipoi lontano 50 passi che sua majestà si trovò lontano di la dita signora, scomenzò esser gran teriamoto de trombeti, clarini e taballi, che el cielo con la terra non se aldia. E così se venero a scontrar insieme, e acostato a la princessa, pasoron grandissime cortesie e cerimonie. Perhò la princessa volse dismontar di la mulla e a piedi per basar la mano a sua majestà, e lo signor re la retegnì, e si li butò el brazo di sopra sempre domandandoli la mano per basarli, e sua majestà non ge la volse dar, e cossì l'abrazò e la basò. E dipoi lo signor principe arivò a essa; essa li volse basar la mano, e lo signor principe non cura si no de abrazarla e basarla in la bocha. E cossì lo signor re e signor principe la pigliaron in mezo fino a la terra, e lo signor principe se partio primo per andar dentro la terra per far che ogni cosa fosse in hordine. E lo signor principe l'aspetò in cavo de la scalla, e così introron in una sala, e lì, in presentia de tutti, lo arcivescovo de Sivilia patriarcha alexandrino disse le parole e li tochò la mano, e la princessa se voltò al signor re volendo quasi dimandar licentia, e lo signor re li segnò de la testa, e così disse de sì, e con grandissima reverentia li tocò la mano.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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