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      Per la qual cossa, fo comesso ai cai dil consejo di X, i qualli proveteno, come dirò di sotto. Et dapoi disnar, Andrea Zanchani referite in pregadi laudando il signor conte di Petigliano et quelli condutieri che ben si haveano portato, et Vicenzo Valier pagador, Zuam Paulo Gradenigo proveditor di stratioti, el qual non era venuto ma de lì tre zorni vene, et etiam suo fradelo Marco, et Zuam Diedo patricio nostro ch'è a soldo con il conte preditto, et sopra tutto il lhoro secretario fidelissimo Marco Bevazam che con lhoro era stato. Et Nicolò Foscarini, de lì a zorni 20, andoe a la sua capetaniaria di Verona, in la qual era stà per avanti electo.
     
      Et havendo inteso la Signoria nostra le lamentatione facte per Gorlin, el qual era pur a Roverè loco nostro et non era venuto a scusarsi a la Signoria nostra, per il consejo di X scriseno a Hironimo Griti podestà di Roverè che ad ogni modo dovesse ditto Gorlin retegnir, et mandarlo a la Signoria nostra davanti i cai di l'exelso consejo preditto. Or abuta la lettera, esso podestà mandoe per el dito Gorlim, el qual venuto, el podestà li disse: "Tu è preson di San Marco." Et li messe le man al cavezo, ordinando al suo cavalier con alcuni altri che lo retenisse; ma lui rispose: "Non son preson de Dio." Et cazò man a la spada, et tanto fece che fuzite di palazo. Et li soi fanti erano in hordine, adeo fo pericolo non seguisse qualche scandolo ivi. Et cussì scampoe via a Trento, et mandoe una lettera al principe volendosi scusar, et la roba sua fo lassata portar via.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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