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      Abi pacientia, come io ho pacientia de la mia, la quale ne sono feridi più de 150 et morti 90." Me respoxe a questo; "Patron, l'è seguito. La colpa è stata tua et mia, bixogna haver pacientia; et cui à budo el male, suo dano. Ma ben voglio dirti questo: che tu digi esser stata tua la colpa per non haver volesto calar." Li rispusi quello che vi ho prescrito, e poi de assà parole, me licentiò, senza che li feze chiareza alguna. Me dimandò che volta volea tuor; quella de Modon, over de Candia. Li dissi: quella de Candia, per esserme più comoda, perché m'è più dapresso. Dimandai a lui dove dovea andar. Me dise: verso Syo, aspetar Camallì che dia insir con 2 nave, una di botte 700, l'altra di 400, fate conzar a Constantinopoli, et se dieno redur de compagnia per comandamento del suo Signor.
     
      Dapoi che fui zonto in galia, quelo gioton d'Erichi corsaro me mandò a dimandar che li donasse una vesta ad ogni modo. Mi parse meglio darla. Li mandai braza 5 scarlato; et questo fixi perché intendeva che 'l dito Richi zerchava, con ogni modo et via, che 'l capitano dovese tuor tuti li pelegrini con loro, e averli per presoni. Et per metigarlo alquanto, fisi questo, la qual fono bona. Essendo stà forzado a sto modo de mandar la vesta a Richi, me parse per bene mandar un'altra al dicto capitano, et cussì li mandai braza 5 scarlato, et barila una di Malvasia, e algune scatole di confeto et bozolai di più sorte. Tuto li mandai, non per presente ma come amigo, et cussì lui azeta.
     
      Magnifico misier cugnado, in vero el caxo nostro è stato tanto pericoloso de la vita nostra, quanto caxo che mai fosse.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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