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      Da Fiorenza, per via di Bologna, di Antonio Vincivera secretario nostro. Altro non si haveva se non che, dapoi la morte di quelli cinque, fiorentini li haveva tolto il suo haver, et le caxe et possessione confiscato, et dicevano hariano 200 migliaja di fiorini. Tamen, non arano chi compra le caxe et possessione, perché horamai fiorentini sono suti di danari, et hanno durato assai più di quello si judichava hauto danari.
     
      È da saper, quel orator francese che vene a Fiorenza, come ho scripto di sopra, stete pocho in Fiorenza, poi si partì, andoe verso Roma. Dove si andasse non se intese.
     
      Da Milano. Continuamente veniva lettere di Marco Lipomano orator nostro, el qual era molto laudato da li padri dil senato. Et le pratiche tramavano, non acade scriver, etiam per esser secrete; ma, unum dicam, erano concordi contra il re di Franza el ducha di Milan con la Signoria nostra. Ma pur feva ogni cossa per non spender e far spender la Signoria. Et cussì si stava in pratiche.
     
      Di Franza. El re era ritornato a Molines sul barbonese, dove era il ducha di Barbon suo cugnato con la duchessa sorela dil re, et questo perché era seguite alcune noze di una arlieva di esso ducha in uno signoroto, unde el re steva a piaceri, a feste e torniamenti. Ma è da saper che si era partido de lì per ritornar in Lion et atender a le cosse de Italia; ma in camino intese era il morbo a Lion, dove ritornò a Molins, et mandoe uno suo miedego a Lion a saper si era certo morbo, overo qualche altra egritudine che si morisse.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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