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      Che per Fiorenza si teniva certa la venuta del re di Franza in Italia questo anno, et li haveano mandato a oferir, venendo, al suo partir di Lion darli duc. 200 milia. Ma tuto era zanze, judicio meo. Pur fiorentini vorebeno Pisa.
     
      Item, che a l'ultimo di avosto, era stà retenuto per la materia di Piero di Medici, come fo li altri, uno altro citadino chiamato Sforza Betoni, che havia facto el mestier dil soldo. Quello di lui seguirà, scriverò poi. Era a Milano oratore istis temporibus de' fiorentini domino Francesco Pepi; Piero di Medici a Roma; el cardinal a San Germano a la sua bacia, et Juliano a Bologna. Si ritrovavano tutti con pocha reputatione.
     
      Item, meseno in exilio perpetuo et banditi come rebelli, confiscando lhor beni a do citadini absentati, videlicet: Leonardo Bertolini et Honofri Tornaboni.
     
     
      A' fiorentini per il caso novo seguito.
     
      Fiorenza, me rincresce et dole assaiQuel che di te hor sento: et più mi attrista
      Che de la tua impallidita vistaFin qua si sente il pianto, et d'alcun guai.
      Meschinella! Non vedi: over non saiQuel ch'è intrare in sanguinosa pista?
      Italia tutta di te si ratrista,
      Che non cognosci il grande error che fai.
      O città bella, o lieto et grato nido,
      Cangiar ti vedo et diventar hor tristoIl volto che soleva esser fiorito.
      Di spargere il tuo sangue non fai acquisto;
      Nè sicura ti vedo a tal partito:
      Anzi del stato tuo or più mi sfido.
     
      [760] A dì 10 setembrio, nel mazor consejo fo electo per quatro man di electione governador a Monopoli Thomà Lion, era venuto capitano di Zara, el qual aceptoe.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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