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      Et fo scrito al dito Polo Pixani dovesse andar, el qual ut dicitur, egritudine fue excusato, et ne mandono un altro, chome dirò di sotto. Et il ducha di Milano ne mandoe altri con bella compagnia, lo nome di qual sarà scriti in margine (?).
     
      In questi giorni, ritornoe di Constantinopoli Alvise Sagudino segretario nostro. Referite chomo quel Signor turcho non pareva fosse ben edificato con questa Signoria, et che non havia potuto operar alcuna cossa zercha le cosse che era stà mandato per le cosse di Zuppa et Cataro. Et che li bassà li disse: " Non ti pensar, che chi si vuol dar al mio Signor lo i receve volontiera. Siché, havendo zupani datossi volontarie, el mio Signor non li abandoneria mai." Conclusive, fue licentiato de lì, et non fece nulla. Ma che quel Signor non è huomo da far fatti. Pur faceva compir quelle 2 barze grande et molto grosse. Et altre particularità disse.
     
      [1497 11 27]A dì 27 novembrio, di note, fo roto il bancho di Agustini in Rialto, e roto le casse di ferro. Hanno tolto pochi danari per esser stà portati a li camerlengi in la cassa lhoro. Fo dato taja.
     
     
      [1497 11 28]A dì 28 ditto, in pregadi, fo expedito sier Marin Morexini q. sier Domenego, fo camerlengo di comun, menato per li avogadori per aver tolto danari in lui. Et fo preso ch'el sia privo in perpetuo di tutte camerlengarie di la Signoria; pagi ducati 100 a l'avogaria; restituir tutti i danari tolti di crediti comprati a li camerlengi a l'incontro di sue robe per duchati 150 che si havia paga.
     
      Ritorniamo al ducha di Ferara.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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