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      Et non fu parlato più oltra, et scrisse a la Signoria, e fo laudato esso orator. E fu posto in pregadi e disputato quando si tratasse cosse pertinenti a la liga, si l'orator di Ferara doveva esser presente o no, e fu preso di no. Ave la parte 124, et 20 che 'l stesse.
     
     
      Di la morte dil ducha di Gandia.
     
      Per lettere di Roma, si ave la causa di ditta morte fo a li dì passati. Ascanio cardinal vicecanzelier invitò a disnar con lui molti signori e homini da conto, e questo ducha. I qualli a mensa si altercorono di parole, dicendo il ducha di alcuni che erano poltroni lì a tavola. I qual resposeno: lui esser un bastardo etc., unde esso ducha ave a mal tal parole, e si levò suso, andò dal papa dolendosse esser stà improperado. El papa, havendo questo a mal, mandò suo' messi a Ascanio che li mandasse a palazo quelli tali, o uno, o più che fusse. Ascanio rispose: dicesse al papa non coresse a furia, che 'l vegneria da soa santità. E tornati li messi, fono remandati da Ascanio con provisionati, intrando per forza in caxa, non servando la franchisia di cardinali a le caxe a le qual non si pol far violentia, dicendo che 'l papa volea al tuto questo homo. Ascanio, aforzado, mandò quello a palazo, dicendo pregasseno il papa non coresse a furia, et indusiase a la matina che li parleria, e aldisse le parte e facesse raxom. Zonti al palazzo, questo tal camerier di Ascanio fo trovato la matina apichato. La qual crudeltà fo a molti molesta, maxime ai parenti e amici di l'apichato, che era homo da ben.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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