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      Et li altri oratori concorseno in questo voller; [864] ma Hironimo Donato doctor, orator nostro, parloe dimostrando come fiorentini sono più francesi cha mai, et che, quando ben havesseno Pisa, non si muterebeno di la fede hano data al re di Franza, et che renderli Pisa non saria altro che un inanimarli più ad esser francesi. Et disse molte ragione, et che la Signoria nostra non teniva né custodiva Pisa se non con consentimento di la serenissima liga, acciò fiorentini una volta si ricognoseseno dil suo eror; et chome la Signoria nostra la manteniva in libertà con grandissima spesa, siché niuno poteva dir mal di la Signoria, perché tutti i soi progressi era a bon fine et per la quiete de Italia: et altre parole di questo tenor. Et cussì fo disciolto quello coloquio etc.
     
      [1498 02 02]A dì 2 ditto, vene lettere tanto desiderate di Spagna, de 20 novembrio fino 14 decembrio, date in uno castello sotto l'arzivescovado di Tolledo chiamato Alchalà de Henares, dove se ritrovava la corte di quelli regali et Jacomo Contarini doctor et cavalier orator nostro. Scrisse el modo di la conclusione di la trieva tra quelli regali et il re di Franza, senza tempo niuno ma doy mesi di contrabando, nulla facta mentione de niuno altro collegato. Et chome era stati cinque oratori francesi a quella concluder. La qual, a dì 25 novembrio, era stà conclusa, benché dicto orator si dolesse a lhoro alteze che questa non era la fede promessa più volte, et maxime a la Signoria nostra. Et che questa ragione diceva quelli regali li haveano mossi a concluder dicta trieva.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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