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      Et è da saper, che pisani tien solo questi quattro [933] castelli, tutto il resto dil suo territorio è in man di fiorentini, zoè Cassina, Vicopisano, Buti, Librafata, et la Verucha, ch'è alquanto lontano di Pisa et locho di non molta importantia. Et da sì pisani non hanno nulla, aduncha con li nostri danari si ha mantenuto et mantienesi. Et monsignor di Andreges, fo quello capitano di Pisa per il roy di Franza, da poi tornato di Jerusalem, si è in questa terra stato et sta con alcuni famegli. Ha danari, et si dà piacer.
     
      Noto. Il ducha de Milan, inteso questa creation e subito partir di ditto proveditor a Pisa con li stratioti, chiamò sier Marco Lipomano orator nostro, e disse con gran colera: "La Signoria ha fato novo proveditor a Pisa in gran pressa. Non si daga a intender che suporteremo che habbiate questa terra." L'orator rispose: "Vostra magnificentia dia atender a ben governar il suo stado, e non fareti pocho, e non se dia impazar in ogni cossa. La Signoria vol mantenirla." E letta questa lettera in pregadi, fu laudato l'orator, e scritoli usando più tal parole, li risponda gajardamente.
     
      [1498 04 10]A dì 10, vene lettere di Alexandria di ultimo zener. Chome al Chajero era gran garbugli. Il sumario di le qual scriverò di sotto, seguendo li advisi di le lettere di Alexandria venute.
     
      Di Spagna, vene lettere di Domenego Trivixam cavalier orator nostro, date le ultime a dì 6 marzo in Alchalà de Henares, dove era la corte. Prima, come la raina era guarita, hessendo stà alquanto et non pocho indisposta.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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