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      Ma non fu vero.
     
      [1498 04 22]A dì 22 ditto, per lettere di Marco Lipomano orator nostro a Milan. Se intese che, havendo dimandato al ducha li fosse concesso il passo a Thomà Zen cavalier, era zà ad Axola con li stratioti dove steva aspettar dicto passo, perché havia a passar a Pontremolo loco dil ducha de Milan, volendo andar a Pisa con li stratioti 400 che con lui havia, or dicto ducha devedò il passo, dicendo non li parer di dargelo se non al proveditor con 40 cavalli soli, perché, hessendo morto il re di Franza, non bisognava più atender a l'impresa di Pisa. Et zonta dicta lettera qui, fo lecta in pregadi, et comandato grandissime credenze, et scrito a Bernardo Bembo doctor et cavalier vice domino nostro a Ferara che dovesse dimandar il passo al ducha di Ferara a dicti stratioti, quali anderiano da Axola a Figaruol, poi a Grafignana, passando appresso Barga loco di fiorentini, et si conduriano a Pisa. Et cussì, subito il ducha rispose et scrisse era contentissimo di dar dicto passo, per esser fiol dedito di questa illustrissima Signoria. Unde, nostri fono molti aliegri, et scrisseno a Thomà Zen [946] andasse con 40 cavali per la via di Pontremolo, et li 400 cavali di stratioti venisse per il mantoan via a Figaruol et per il ferarese, licet mia 5 convenisse andar su quel di fiorentini avanti intrasse su quel di Luca, et poi si andasse a Pisa. Et fo expedito Hironimo Zenoa capitanio di Rialto ad andar insieme con dicti stratioti. Et cussì fo facto, et il marchese di Mantoa si portò benissimo.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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