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      Di poi, sopragiongendo la nostra fantaria, ch'è la più bella de Italia, preseno tutti dicti cavalli, et racolseno l'arme gitate come di sopra. El conte Renucio medesimamente rimase a piè, benché intendiamo non fusse lui ferito ma uno suo caporal, il quale è poi morto. Suo fu lo stocho, e 'l guanto che dicemo havere hauto Ranieri de la Saxeta; ma il cavallo fu bene del conte Renucio. E questo è quanto habiamo de dicta guerra. Molti cavalli etiam sono restati morti a la campagna de' nimici, et de' nostri feritone alcuno. Credesi, già ne è venuto voce diversi homeni, che lhoro per questa rota conducerano li Viteleschi. Di quello ne intenderemo, ve ne daremo aviso. Et voi similmente advertite se costà ne potete annasare qualche cosa, et ce ne avisate. Judichamo bene che hora saria il tempo che si andasse avanti, perché in questo sbigotimento de' nemici si faria con pocha gente gran factione, quando ci fusse uno capitano che comandasse tutte queste gente, et non ci fusse sollo. Siché solicitate, se si può optenere questo nostro desiderio che in vero qui non si può più. Crediamo a la gionta di queste harete ricevute le nostre, per le qualli diamo licentia a' duoi Andrea di ritornare, et a voi Luca comandiamo restiate. Non vi scriviamo altro, che vi provederemo dil bisogno vostro del tuto, et così crediamo harete seguito nostra comissione. Alia non occurrunt. Ex palatio nostro, die 22 maii 1498.
     
      BAPTISTA secretarius.
     
      [977]Copia di una lettera di Jacomo Sovergnan,
      che trata di la soprascrita victoria a sier Juliano del Borgo.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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