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      Ma nostri fono costanti. Perhò, si è rimasto cussì ditto marchese con pocha reputatione et existimatione, havendo perso la gratia di la Signoria nostra.
     
      In questo tempo, fo mandato per il consejo di X a Pisa Bernardin di Ambrosii secretario nostro a formar uno processo, insieme col proveditor de lì Piero Duodo, contra Thomà Zen cavalier era proveditor nostro a Pisa; non perhò che fusse manzarie, ma solum vilanie ditte a' soldati et citadini, et [1046] maxime a uno citadino el qual lo 'l volse bater etc. Siché questo Thomà Zen è huomo di cai, licet el vadi per la terra. Et al principio di questo mexe, acadete che hessendo sentato al loco suo in gran consejo, fo per il principe et cai di X mandato a dirli per Alvise Manenti che si levasse de lì, et andasse zoso come homo di cai di X, et andoe. Quello di lui, (accadrà), quod credo nihil, scriverò. Et Zuam Paulo Gradenigo, stato synico a Pisa, intromesse Zustignam Morexini olim proveditor a Pisa, et a quello li dete tre capitoli, il sumario di qual sarà poi scriti. Et a li diti, esso Zustignam de plano dovea risponder.
     
      [1498 08 21]A dì 21 avosto da matina, vene lettere per via di Monferà, di Franza. Come fino a dì 10 el re non era ritornato a Paris, et perhò non si poteva haver lettere di li oratori nostri. Unde, tutti rimaseno molto sora de sì, vedendo con quanta alegreza se intendeva il re aspetava li dicti oratori, et poi che 'l non si havia trovato a Paris, et si diceva era ... lige lontano, alcuni diceva andato contra la raina fo moglie di re Carlo, altri diceva era andato a la caza a piacer.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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