Quello fu et seguite, intendereti.
     
      Da poi disnar fo pregadi. Et primo: ne era lettere di Spagna di 23 avosto le ultime, date a Saragoza de Aragon di Domenego Trivixam cavalier orator nostro, come era stà publichà la pace con il re di Franza. Che ivi si ritrovava el re e la raina di Portogalo, et andavano a farli jurar per le terre di quel regno di Aragon fedeltà a la ditta raina princessa chiamata sua prima figliola.
     
      Item, come dicta raina ivi, a dì 23, era morta, ita che il re era molto rimasto di mala voglia, et morta da parto, rimasto tamen uno figliolino etc. Et altre particularità di le cosse de lì scrisse. Tamen lettere, per non esser di molta importantia, non fono lecte.
     
      [1498 09 09]Et la matina sequente, a dì 9, l'orator yspano in habiti lugubri, si crede a requisition di li oratori fiorentini, vene in colegio exponendo l'amor portava a questo stato, et che si oferiva esser medio in pacificar queste cosse di Pisa e con Milano e con fiorentini, et che non saria se non buono per poner Italia in quiete etc. Et li fo risposo per el principe: come fiorentini, non volendo il dover, non si poteva conzar. Ringratioe di la oferta, et quasi sine conclusione li fo risposto per el principe et sapientissime, el qual in ogni risposta a oratori da savio si porta.
     
      [1079] Et è da saper, che fino a dì 10, nulla di Vico vene, che era molto, che deva che pensar a' nostri. Altri diceva non era possibile fusse, perché si saperia, et tamen fiorentini pertinazi erano, maxime Nerli in dir de sì. Or, a dì 9 da matina, vene lettere di Pisa di 4, chome i nimici bombardavano Vico, havevano butato a terra una parte di le muraglie, tamen nostri se tenivano.