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      El qual marchexe, tochato la man a tutti di collegio, sentato apresso il principe et mandato fuora tutti, si levò suso et butossi ai piedi dil doxe, pregando el volesse lassar dir alquante parole. Fo fato renitentia si levasse; pur vedendo non voleva, disse che 'l deva la soa persona, la moglie, figlioli, la terra e tutto il suo stato in le man di la Signoria nostra, dil qual ne feva uno presente, et che alora el moriria contento; poi si sentò et disse: "Serenissimo principe, son andato in reame per il re Ferandino; a Novara contra francesi per el ducha di Milam, el qual mi ha voluto tradir". Et hora andava a servir questa illustrissima Signoria, et che non desiderava altro che di far cossa che ridondasse honor et utilità a questo stado, et vorìa haver un paro di feride per suo amor, et che Paulo Vitelli era stato do mexi suo prexon, et che era presto andar dove comanderia la Signoria nostra, et voler far experientia di la fede sua. El principe nostro li rispose sapientissimamente, concludendo tutto era et consisteva in solicitudine, per il bisogno di Pisa, et che doman l'andasse via et ritornasse a Mantoa, che sier Zorzi Corner cavalier cassier nostro havìa dato ducati 10 milia a li soi, et 3000 per suo fradello signor Zuanne, e mandato danari a Roverè, ordinato provisionati 2000, et fato tutte le provisione. El qual rispose non mancheria in niuna cosa, dicendo la matina vegneria a tuor licentia, et se partiria. El principe lo acompagnò fino fuora di l'audientia, et mandò insieme con lui sier Nicolò Foscarini proveditor.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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