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      Et da Ravena di 28, ditta praticha non era nulla et si abusava; et il signor Antonio Maria Ordelafo scrisse a la Signoria excusandosi.
     
      Di Rimano dil secretario nostro, di 27. Di la tornata dil signor con il qual si havea alegrato nomine dominii; qual rispose esser nato uno servo a la Signoria, et come havia messi di fiorentini li voria dar soldo, unde voria cavalchar in servicio nostro e non livrar il soldo indarno. Fo terminato in colegio et balotato una paga per voler il cavalchi.
     
      Da Ferara dil vicedomino, di 27 et 28. Come quelli conti di Montecuculo si voria acordar a soldo nostro, et che fiorentini li vol: voria haver la risposta prima di la Signoria nostra. Item, havia ricevuto li brievi si mandava a Pisa, qual ha mandati a Castelnuovo; et che de lì si dice el marchexe di Mantoa è acordato con Milan, et quel ducha di Ferara è consejo.
     
      Di Mantoa, di sier Nicolò Foscarini, di 28 a [80] hore 23. In conformità di la lettera mostroe domino Antimacho, a le qual richieste fatoli per esso marchexe, con il qual era solum li soi do fratelli el prothonotario et il signor Zuane, et il conte Zuam Piero di Gonzaga, esso proveditor li havia risposo saviamente dicendo: questo non era quello si aspectava la Signoria nostra. Or disse: "Me haveti inteso"; et mandò copia di la lettera scripta a domino Antimacho. Et per colegio li fo scripto non dovesse far moversi le zente d'arme dil cremonese dove erano alozate; et che ditto marchexe li havia dito che Hironimo Zenoa, quando el vene la prima volta, li havia promesso questo per la Signoria.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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