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      Di Ferara dil vicedomino, di 29 et 30. Nulla di conto. Mandava le lettere di Pisa venute, et quelle da Bologna.
     
      Di campo a Villafrancha, di 29. Come a dì 30, la matina seguente si doveano levar per andar a Bibiena. Et che li do fanti venuti dil campo nemicho, oltra quello disseno, havia dito nostri haver hauto Popi e manchava il palazo; et che domino Hannibal Bentivoy havia scrito a Bologna non vol esser più con la Signoria, per quello havia fato Zuam Filippo Aureliano in la sua mostra; et dimandavano danari, etc.
     
      Da Roma, gionse da poi disnar lettere di l'orator, di 27, date a Porto apresso Hostia. Como era ivi andato a piacer, et havia ricevuto lettere di la Signoria nostra, et che 'l papa vene quel zorno lì per andar a Hostia a star tre zorni e tornar a Roma, et esso orator li andò contra et a cavalo parloe con sua santità. Poi smontati, sentò su uno sasso el papa; eravi el reverendissimo cardinal Borgia et il cardinal di Perosa hora chiamato di Capua, et l'orator nostro li expose il tutto, e de li oratori fiorentini partidi. Rispose: sapeva volevano lassar Pisa come Pistoia, et che fiorentini solecitavano il re di Franza tolese Pisa in sì, con promision poi di restituirgela; dil tuor dil marchexe di Mantoa laudava; et il ducha di Milan si doleva di la rota fede. Di Franza, disse [83] sperava bene et fin 6 zorni haria la conclusione. Item, ha nove dil zonzer di suo fiol ducha di Valenza in Provenza; et in conclusione soa santità voria dar stado a suo fiol et lo racomanda a la Signoria, offerendosi etc.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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