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      Quali voleno doe cosse: el far adatamento con il re per nome dil signor Lodovico, in questo modo esser suo tributario; e darli censo ogni anno, over a la morte sua per testamento prometer di lassarli il duchato a la corona di Franza, et vol far con voler dil re di romani a chi è sotoposto per ricognoscerlo da [151] l'imperio. Et il re haver dito: non farò nulla voglio esser sempre di la Signoria. Tamen, el signor Lodovico ha fautori in corte, et dicono la Signoria haverà Cremona e cremonese e di là di Adda, e il stato di Mantoa e di Ferara. Item, esser acordato il ducha di Savoja col re senza saputa di la duchessa né altro suo consejer, et il re li dà 100 lanze et 10 milia scudi, et il ducha promete servir soa majestà col stato e la persona e darli passo e vituarie, et a suo fratello el bastardo, chiamato monsignor bastardo di Savoja, li dà 50 lanze et 8000 franchi a l'anno. Et come lo episcopo di Pazi, orator fiorentino, havendo tolto licentia per ritornar a Fiorenza, zonto a Liom ebbe ordine da li soi signori di ritornar a corte; qual zonto con li altri, solicitavano al re zercha le lhoro facende, et facevano il tutto non si adatasse soa majestà con nui. Et come essi nostri oratori aspetavano risposta de qui, solicitando fusse presto, acciò la longeza dil tempo non nuosa, et perché in quella corte pocho poteva star secrete tal nostre pratiche.
     
      De li ditti, lettera di 15 ditto. Come a dì 12 receveteno tre nostre lettere, una di 19 et doe di 27 octubrio, et andono da la regia majestà esponendo quanto in quelle si conteniva, zoè di la venuta di uno orator dil re di romani qui per caxon di quelli Focher etc.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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