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      Il re rispose ringratia la Signoria di questa comuniom. Item, de li oratori fiorentini stati qui, et partiti re infecta, et ampliono la cossa, come havendo il re Carlo fato pisani liberi e nui promesso volevamo mantenir la fede, et il re disse poche parole; che segno era non facea conto di Pisa, ringratia etc. et che quello fece fu per instigation de alcuni. Tertio, advisono soa majestà la relaxation dil conte Zorzi Zernovich, et il re mostrò averlo a grato et haver gran piacer, offerendosi etiam lui a la Signoria nostra; et li disseno di zebelini li mandava la Signoria a donar, et falconi etc., che si faria il tuto di far soa majestà fusse servita. Rispose il re: "L'homo nostro dia esser zonto a Veniezia; l'ho mandato in nome di messer Zuan Jacomo acciò nel ritorno el signor Lodovico non lo retenisse a Milan." Et che havendo el tempo comodo, parlono a soa majestà zercha li 100 milia ducati richiesti, pregando soa majestà si extignisse di tal dimande. Rispose: "Ben ben, saremo altre volte su questo; vojo esser con quella Signoria, et niun ci trarà da quella; speremo saremo d'acordo"; né altro si potè haver da lui. Et che essi oratori li disseno le pratiche doveriano esser secrete; rispose soa majestà: "Sì, et ben che 'l papa ha ad esser in la confederation, tamen non volemo sapi li [152] secreti et cosse di stati nostri." Quanto a monsignor di San Martin e l'altro disse: "Non sono comparsi, ma venendo in presentia li vergognarò e cazeroli, et credo i sapino questa mia volontà, perché ze stà parlà per lhoro e a tutti habiamo dechiarito l'animo nostro.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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