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      Item, di la morte di quel sier Jacomo d'Alban, havia fato il processo e lo presenterà ai cai di X, et havia fato justicia a tutti, e disse: sumus et nihil a nobis alienum esse putamus, perhò si havia falito in alcuna cossa domandava perdono. Fo per el principe laudato juxta il consueto: era vestito d'oro, et introe savio di terra ferma.
     
      Vene l'orator di Milan, portato per soi che non poteva caminar per haver gote; al qual per il principe li fo ditto la deliberation nostra fata in pregadi in risposta di le lettere di Zacharia; et l'orator disse di la bona voluntà dil suo signore. Et era lettere da Liom che era praticha di meter Pisa in le man dil re di Franza, et prometeva darla a' fiorentini, siché si questo fusse saria mal per Italia.
     
      Da Ravena di 18. Come era venuto uno contestabile lì de Bibiena, partì a dì 13 domenega, chiamato Carlino. Dice nostri stano bene e di bona voja da poi lo aleviamento de' inimici, e compivano li tre bastioni quali erano a bon termine; e quelli dil ducha di Urbim dicevano el ducha voler passar le alpe, tamen non lo crede; e hanno vituarie per mexi do; et esservi zonti fanti 500 di quelli dil ducha; non hanno niente di strame; il ducha vol mandar una parte via di quelle zente è lì; a Popi è fanti 100 e se moriva [349] da peste; Viteleschi è a la Pieve con 2000 fanti, Frachasso di dì in dì si dovea partir. Item, ha scontrà li fanti mandava el Gradenigo a riconzar le strade; quelli di l'Averna e Montalon stavano streti; a Castel Delze cominzava a venir vituarie dil contado; siché avisava etc.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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