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      Et per l'altra di 24 a hore 4 di note scrisse: come quella nocte mandava via tutti li cavali e zente, et haveano pan per 25 zorni, al più per uno mexe, et il resto di viver manchava, zoè, sal, ojo, monition etc. El ducha restava a piedi; et havìa di Montalon nostri non haver vituarie per tre zorni; et ha scrito el signor Carlo non lo poter aiutar e fazi qual sia il meglio; et avisa haver mantenuto l'Averna di pan, carne e farina, et come uno ragazo dil signor Carlo Orsino fu preso a Popi, et da quel comissario li era stà dato alcuni scossi di corda et tajatoli il naso lo havia rimandà indrio, dicendo vatene mo al ducha di Urbin, qual era venuto lì a Bibiena.
     
      Et in questo mezo si legevano queste in collegio, vene lettere di Ravena et di Castel Delze, et di [374] Bibiena dil proveditor Marzello di 20 et 21, le qual per esser vechie non fono lecte.
     
      Vene el signor Camillo Carozolo con domino Machario orator di Urbin, et sentati apresso il principe, presentato la lettera di credenza dil ducha: non poteva più star in Bibiena se la Signoria non facea un forzo di 5000 fanti, e li condutieri vadino a Castel Delze a portarli vituarie, perché non havia vituarie, et era rimasto con cinque soli cavali, et havia mandati quelli di la terra fuori, restati solum 10 citadini dentro a guarda. Et per il principe li fo risposto sapientissime: il suo ducha doveria restar lì, e non si mancheria. Et rispose domino Machario: el ducha havia fede e voleva morir lì dentro. Or andati, fo consultato de le provision si havesseno a far.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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