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      Come a dì 13 have una lettera dal signor Ferisbeg sanzacho di Scutari. Li scrivea la matina seguente si dovesse trovar al porto di la Boiana ch'è fra quelli confini, perché el cadia e voyvoda di Scutari si ritrovava lì per comandamento di la Porta, per veder e difinir la diferentia dicono lhoro haver per l'arborazo con quelli da Dulzigno, alegando ogni navilio intra in la Boiana dia pagar l'arborazo al Turcho, come cossa sua, et quelli citadini diceano non haver mai pagato dopo fata la paxe. Et come esso conte mandoe prima uno messo al ditto sanzacho, pregando non facesse cavalchar li diti do, perché lui non havia comission di la Signoria alcuna, e rimase contento di non inovar altro fin vengi la risposta, dummodo la non sia tropo tarda; e fè lezer al suo messo uno comandamento di la Porta che lui dovesse cavalchar sopra ditti confini che li messe Scander bassà: perché quelli dete uno schiavo di la Porta nominato Lemini non sono veri confini; et esso conte dubitava tal richiesta volesse inferir altro cha arborazo; et che facendo tal mutation di confini quella terra perderia tutti i suo' villagi e destreti; e à trovato in canzeleria di comandamento di la Porta furono dati ditti confini che hanno al presente per ditto schiavo, ma non si trova confirmatione alcuna di la Porta come richiedeva ditto comandamento; et che 'l signor Turcho era molto desideroso di strenzer quel luogo.
     
      Vene in questa matina in collegio li do oratori dil ducha di Urbin, per li qual fo mandato, et fono in camera dil principe, per il qual li fono dita la diliberation fata eri di mandar el conte di Pitiano, etc.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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