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      In dicto era il diodar Teni, uno signor di quaranta lanze con alcuni mameluchi, el qual diodar con el signor dicto veduto il soldaneto gli veneno incontra et salutatolo ge porseno una porzelana di lacte, factoli prima la credenza; ma hessendo per ponersela a la bocha, uno di figlioli di Zuam cerchasso cridò che non bevesse perché il diodar Teni lo volea atosegar, per la qual cossa senza altra consideratione dicto diodar snudata la spada gli dete su la testa talmente che lo amazò, e il medemo fece de l'altro fratello, nel qual [397] mezo il signor di 40 lanze dicto dete a le gambe del cavallo del soldaneto e trabucòlo levandoli la testa. E questa fu la sua fine, la qual se precise non fu cussì indivinata, era judicata non dovesse esser molto diversa da questa, perché si satisfacea de tuti suo apetiti per enormi fosseno. Seguito questo, tutti li signori dal Cajero la matina seguente se reduseno a casa de l'amiraglio grando e volseno farlo soldam, ma lui recusò excusandosi cum la età, e dicendo che ne era homeni da esser preposti a lui, per il che suspicato per alcuni che Campsom Campsomie fosse ancor vivo, feceno cridar per tutta la terra che ussisse che la signoria era sua, e ciò durò per spacio de doi zorni. Venuto il terzo, né mostratosi ditto Campsom, gli cilebi in castello feceno sentar soldam Campsom Melech el daer, che era diodar grando, barba del soldaneto e fratel de sua madre, el qual è homo de zercha anni 30, et dasegi per tutti obedientia; ben judicasi non sii per durar per esser lui inexpertissimo et di pochissimo governo; non è ancora anni 10 che si fece mamalucho et apena sa la lingua.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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