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      Rispose il re: non starano in pace do anni. Et il cardinal disse: fatta questa liga, soa majestà se tirasse zo di andar più in Italia, e con 300 milia ducati che spendesseno a l'anno, farano spender a soa majestà un milion d'oro per il re di romani. El il re li disse poi, state col cardinal Roan e dite il tutto. Et che essi nostri oratori furono con monsignor di Lignì, qual li disse il roy è mal contento di la risposta per li ducati 100 milia denegati, et più perché quelli disturba sto adatamento a hora piglierano animo, concludendo non era per venir a conclusiom. Et ozi erano stati dal Vincula; li disse, haver parlato con monsignor di Albi, col gran canzelier, con monsignor [450] de Busagia e col governator di Bertagna, et steteno in gran consulto zercha queste materie, justifichando la Signoria; et che 'l gran canzelier diceva la Signoria non dovea restar per questa cossa, havendo dal re si gran paese come è Cremona; et che dito cardinal disse a li oratori nostri credeva il capitolo del Turcho non lasserà concluder, perché sempre si porà dir non è tempo di romper, il Turcho fa armata; et ozi si dia trovar soa signoria col cardinal Roam.
     
      In questo zorno fo mandato una lettera a sier Alvise da Molin savio di terraferma, con questa soto scriptiom: la povertà di pupilli, le vedoe e tutti i besognosi scrivea come haveano drizata a lui per esser misericordioso; lo prega non metti decime; et dice mal di quel Antonio di Mezo exator, et quel Antonio Choco à ruinà la povertà; la qual lettera mi la mostrò.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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