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      Tandem il gran canzelier fè uno capitolo in altra forma di parole ma non discrepante; el card. Roam et il mareschalcho di Giae con colera disseno: "Si non vollé, non sia fatto nulla. La regia majestà lassa li duc. 100 milia et non nomina la cità di Pisa, vi basta? non parlemo più". Tandem concluseno et fu posto per la matina, ch'è ozi, a zurar in chiesa in una capela secreta. Reduti li nostri oratori, el re jurò ad sacra Dei evangelia osservar; et volse sub poena censurarum apostolicarum: li oratori a questo fono renitenti; il re disse questo è il nostro consueto in tutti li apontamenti et haver fatto col re di Spagna et di Ingaltera. Et cussì, supra uno missal il re zuroe, tenuto in man per il cardinal San Piero in Vincula et li nostri oratori etiam per nome di la Signoria nostra. Et quando si lezeva li capitoli, il re fè amplia promission di osservar più et maxime quel dil Turcho, et disse amava più il ben di christiani et praecipue il stato di la Signoria nostra cha niuno suo beneficio particular, concludendo la impresa di Milan voler in principio medio et fine tutto farà con consentimento di la Signoria nostra, sì dil tempo, muodo e luogi da principiar. Et fo per il gran canzelier chiamati do nodari apostolici a far publico instrumento, e li nostri oratori non volseno ma che fosseno scriti per il gran canzelier et soi nodari et il secretario nostro acciò fosseno secreti. Tamen feno qualche minaza el gran canzelier che nulla si faria, tamen il re ch'è stato inclinato, fu contento farli per il gran canzelier et nodari et non li apostolici.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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