Vene l'orator di Napoli, domino Antonio Palmerio dotor et cavalier, homo sapientissimo et richo, et parla mirabelmente, et si alegroe con la Signoria di tal liga, dicendo, el signor re ne haverà gran piacer, et vene dentro che era el principe solo con li savii perché li consejeri erano andati a Rialto a incantar le galie.
     
      Vene l'orator de Milan, et disse haver lettere dil suo signor di 17, qual li scrive, licet habi inteso la extimation fa la Signoria nostra di esso orator, pur vol mandar un'altro insieme col ducha di Ferrara per ajutar l'acordo, et vol esser bon fiol di la Signoria nostra, né niuna altra cossa l'ha mosso a far quello ha fato si non la conservation di suo stato e non superbia, ambition dil stato; et in conformità havia dito a misier Marco Lipomano orator nostro, qual ne scrisse et li ha risposto a l'usato.
     
      Da Ravena, di 18. Primo, cercha Pyro da Cesena. Item, che li provisionati del conte voria un'altra paga, benché do ne habino hauto: et lui podestà à pregato il conte vadi via, qual partiva a dì 20, licet tengi Bibiena spazata, vol menar 100 cavalieri soi [460] per voler veder, e forse ritornerà qui over manderà per il resto di le zente d'arme, et vol le zente e fanti si lassino contente dagandole danari; et dice: chi fa guerra bisogna provedi a ogni cossa. Item, in li castelli di Val di Bagno è intelligentia con Pyro da Cesena. Et ha auto una lettera di Polidoro di Tiberti di credenza drizata al conte et esso podestà, qual vol componer le cosse tra la Signoria nostra et la madona di Forlì per via di Achiles Tyberti, e voria licentia di pratichar, la qual voria acordar il secondo suo fiol con la Signoria; et lui podestà à risposto, quella madona comenzi a indolzir, zoè dagi il passo al conte et li darà segurtà non la ofender, et torà il suo stato in protetione, et il secondo fiol a stipendio, et che il primogenito, ritornando Piero di Medici in caxa, lo confermerà a soldo de' fiorentini con mior condition.