Vene l'orator di Milan, disse haver lettere dil signor ducha; si aliegra con la Signoria di la renovation di l'amicitia fatta con il re di Franza, essendo fiol di questa Signoria; havendola fatta il padre tien sia per ben del fiol. Li fo risposto parole zeneral, e si partì.
     
      Vene el magnifico Piero di Medici, per caxa dil [488] principe, et mandati tuti fuora, restoe con li capi di X quali erano questo mexe sier Baldisera Trevixan, sier Beneto da cha Pesaro et sier Nicolò di Prioli.
     
      In questo mezo, io Marin Sanudo, per età primo, et sier Marco da Molino savii ai ordeni fossemo mandati per el principe a levar di caxa a San Moixè el prothojero di la Morea, el qual era stà expedito, zoè terminato vestirlo d'oro con una caxacha fodrà di raso bianco, et zà era vestito, et cussì vestito lo menassemo in collegio con Alvise Sagudino secretario, et tolse licentia dal principe, pur dimandò certi danari diceva uno dover haver da sier Luca Miani q. sier Anzolo, et per il collegio fo comesso a li savii ai ordeni ditta expedition et esaminar alcuni testimonii, quali sotto bola fono mandati a Nepanto. Pur per collegio poi fono deputati do patrizii, zoè sier Zacharia Dolfin et sier Hironimo Querini, i qualli adatino la causa con quello prothojero. Tochò certi danari dal Miani et si partite: tamen credo judicio meo fusse spion.
     
      Da Chioza di sier Fantin Pizamano podestà. Come non havia nulla di la venuta dil ducha di Ferara; et havia butà via ducati 30 di pesse, che fu comprato credendo esso ducha venisse.