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      E cussì ha ditto a lo episcopo, Soderini e li oratori di fiorentini; et che si la Signoria li par, li vien a mente che forsi sarà bon il ducha di Ferrara digi il parer suo, e dagi mano a retificar la sententia a' fiorentini, et il ducha pol farlo con parlar a la Signoria solo e poi a' fiorentini, et si fiorentini non darà, vol levar le zente; et che se li oratori fiorentini fusseno de qui partiti fazino che 'l ducha di Ferrara resti, che lui procurerà li sia mandà il compromesso; et mostrò la lettera li scrisse el suo orator a Fiorenza, di 14 fevrer a hore 7 di note: come era venuto a lui uno canzelier di signori diece, adirli hanno stabilito far il compromesso nel ducha, e doman si farà uno over doi oratori, partirano fin 4 zorni, et [557] harà pieno mandato. Et in fine di le lettere dil ducha dice post scriptum vedano se li oratori fiorentini voleno far il compromesso, perché aliter delìgano il ducha di Ferrara et la Signoria, et vol inganar lui ducha, vol far etc., et darli contra insieme con la Signoria. Et li fo risposto, per il principe a essi oratori: si vedrà quello farano fiorentini, il ducha starà qui, nui semo gajardi; et l'orator episcopo disse: "Serenissimo principe, stè di bona voja, verà il compromesso. Et li fo risposto: stagi chi ha da star che nui stemo ben; concludo, tutte erano longole e il ducha fa, per far il fato suo.
     
      Vene il soracomito di Brandizo, domino Urban Carazolo, et inzenochiato davanti il principe disse, voria veder la Signoria nostra et lui serenissimo principe signor de Italia, et che veniva con buon cuor.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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